Quando la manipolazione di massa incontra la propaganda.
Psicologi, sociologi, giornalisti.
Persino la sorella di Giulia Cecchettin.
Tutti a fare la morale e a puntare il dito contro il maschio che andrebbe, resettato, rieducato, frocizzato.
“Gli uomini devono fare mea culpa! Anche quelli che non hanno fatto niente!”, ci fa sapere Carrie lo sguardo di Satana con l’appoggio del PD e dell’intellighenzia di sistema.
Ma andate affanculo!
Ammesso e non concesso che quello che è successo sia proprio successo così come ce lo raccontate, vi sembra sensato trasformare un caso isolato in un problema sociale?
Anche se si uccidessero cinque, dieci, cento fidanzate all’anno, dal punto di vista statistico resterebbero fatti non rilevanti e i maschi non dovrebbero fare nessun cazzo di mea culpa, nè tantomeno farsi resettare o rieducare.
Piuttosto rispolveriamo la pena di morte per certi reati o, quantomeno, la garanzia del carcere a vita.
Non per punire ma per tutelarci dalle mele marce che ci sono da sempre e che sempre ci saranno.
Se un contadino trova una mela marcia non mette in discussione tutte le mele.
La piglia e la butta via.
Invece qualcuno vorrebbe che ci battessimo il petto per un omicidio che non ci riguarda e, tra qualche anno, chiederà di mettere in libertà l’assassino nel nome dell’inclusività.

Qualquadra non cosa
C’è qualcosa di molto, molto, molto sporco.
Una ragazza cui hanno appena ucciso la sorella va in televisione e, se da un lato sfoggia un italiano stentato, dall’altro con l’intonazione di chi sta ripetendo una lezioncina a memoria, senza averla nemmeno ben compresa, tira fuori uno spiegone con paroloni tipo: “figlio sano della società patriarcale”.
L’associazione femminista e transfemminista “NON UNA DI MENO”, che si batte contro la violenza di genere, il patriarcato, il maschilismo, il machismo e il sessismo, è solita usare proprio questa terminologia: “figli sani della società patriarcale”.
E allora chi è che parla adesso?
La sorella di una ragazza uccisa o qualcuno che sta portando avanti un’agenda e usa una ragazzina come influencer?
Non lasciamoci distrarre dall’argomento che sciocca, divide e ci fa reagire di pancia.
Cerchiamo di vederci chiaro.
Chi sono i Cecchettin?
Di cosa si occupano?
Sono legati a qualche carrozzone?
C’è qualcuno dietro a questa faccenda?
È successo proprio quello che ci dicono sia successo o la realtà, magari, è un po’ diversa?
E se fosse un false flag per dare una spinta ai progetti piddini di rieducazione all’affettività nelle scuole?
A Bologna, Lepore ha già preso la palla al balzo.
Questa storiaccia capita a fagiuolo.
Proprio come l’alluvione in Emilia Romagna che è servito a portare avanti il progetto di città a 15 minuti con tutte le troiate ecosostenibili annesse e connesse.
So che qualcuno dirà che bisogna avere rispetto di una ragazza morta e che Tosatto farebbe meglio a tacere, ma se è vero che dobbiamo avere rispetto per i morti, è anche vero che dobbiamo averne soprattutto per i vivi e i vivi hanno diritto alla Verità, tanto più se una storia viene sbattuta in prima pagina e raccontata in TV a reti unificate, chiedendo a tutti i maschi italiani di recitare un mea culpa.
Rafforzare il senso di colpa
Una tecnica di manipolazione di massa stra-usata è quella che tende a far credere alla persone che tutti i loro problemi derivino da loro stesse.
Invece di ribellarsi contro il sistema, i cittadini penseranno di essere i responsabili diretti di ciò che sta accadendo e si autoneutralizzeranno.
Fateci caso.
Se cambia il clima è colpa nostra che usiamo la macchina, l’acqua calda e buttiamo la spazzatura.
Se non ci vacciniamo è colpa nostra se muore il vicino di casa.
Se un pazzo uccide una ragazza è colpa nostra perchè siamo maschi.
Sapete cosa vi dico?
Andatevene affanculo.
Io non sono colpevole di nulla.
sono daccordissimo